IL SERVIZIO DELLE MEMBRI
della Preparazione Militare Femminile
DURANTE L’INSURREZIONE DI VARSAVIA
st. sierż. Jadwiga Tomaszewska (z d. Podrygałło) ps. “Isia”
20 IX 1919 - 2 V 2015
Ufficiale di collegamento, Unità "Dysk", Gruppo "Radosław" (prima metà della rivolta nei ranghi del Gruppo "Kryska")
Nata a Varsavia il 20 settembre 1919, si unì all’Addestramento Militare Femminile alla fine degli anni ’30. Nel settembre 1939 divenne comandante di blocco per la Difesa Aerea e dopo la caduta di Varsavia, si prese cura dei soldati feriti. Entro l’autunno del 1939, iniziò ad assistere Wanda “Lena” Gertz nel trovare luoghi per attività clandestine e nel gennaio 1940 fu giurata nell’Unione della Lotta Armata, adottando il nome in codice “Isia.” Nel 1941 completò un corso di sabotaggio e diversione. Dopo la costituzione dell’Unità Femminile di Diversione e Sabotaggio (“Dysk”), seguì un corso di guida e completò la formazione per cadetti ufficiali, insegnando poi nei corsi successivi. La sua principale responsabilità era gestire e custodire un deposito di armi, distribuendo armi e accettando materiali di combattimento con la parola d’ordine corretta.
Nel agosto 1944, non potendo raggiungere il suo punto di raccolta “Dysk”, si unì al Gruppo “Kryska”. Divenne un’ufficiale di collegamento per compiti speciali nella compagnia “Narew,” adottando il nome in codice “Przybłęda,” poi cambiato in “Szczeniak.” Il 5 settembre, “Isia” tornò alla sua unità originale “Dysk.” A metà settembre, mentre trasportava suo padre ferito in ospedale, fu gravemente ferita. Alla fine di settembre, fu promossa a sergente maggiore cadetto. Uscì da Varsavia con la popolazione civile. Decorata con la Croce al Valore, la Croce della Rivolta di Varsavia, la Croce di Cavaliere dell’Ordine della Polonia Restituta e altre decorazioni.
Educazione Fisica e Conoscenze sul Campo
La base dell’addestramento della FMT era l’educazione fisica, mirata a promuovere la consapevolezza della salute e migliorare la forma fisica. Il programma di esercizi aveva lo scopo di incoraggiare la regolarita’ e preparare i partecipanti a condurre attivita’ fisiche in modo indipendente. Il programma di educazione fisica includeva giochi fisici, ginnastica, corsa, salto, sport di squadra, come pallavolo e pallacanestro, nuoto e atletica. Veniva fornito anche un addestramento metodico, che copriva principi di allenamento sportivo, igiene dell’allenamento, preparazione per l’istruzione degli altri e l’arbitraggio. Il tiro con l’arco, mirato a migliorare la precisione, la pazienza e la postura, era uno sport interessante incluso nel programma.
Un test pratico delle capacità fisiche era la partecipazione alle attività chiamate “servizio sul campo”. Consisteva in elementi di conoscenza del campo, comunicazioni, giochi sul campo e campeggio. Il suo obiettivo era insegnare l’autonomia, la cooperazione, la deduzione e l’iniziativa.
La conoscenza del campo includeva la lettura di mappe e le capacità di navigazione, lo schizzo del terreno e la conoscenza pratica delle caratteristiche del terreno. Durante i giochi sul campo, i partecipanti praticavano lo spostamento utilizzando le irregolarità del terreno e le condizioni di illuminazione sia di giorno che di notte. I membri della FMT imparavano abilità di osservazione del terreno, inclusa la stima delle distanze, la descrizione dei bersagli osservati, la memorizzazione dei fenomeni, il trarre conclusioni e riferire le scoperte. Praticavano lo spostamento in piccoli team, come pattuglie di ricognizione e servizio messaggi, oltre alle abilità di campeggio, sicurezza del terreno e servizio di guardia.
La comunicazione era un altro argomento trattato durante l’addestramento. Ne veniva discussa l’importanza nella vita militare, venivano introdotti strumenti di comunicazione e venivano insegnati metodi di segnalazione manuale, insieme al funzionamento del telefono.
Le Staffette
Mantenere la comunicazione era un obiettivo importante delle unità insurrezionali. Le donne spesso eccellevano nei ruoli di staffette. Il loro compito era quello di trasmettere rapporti e ordini, sia tra i quartieri generali e i soldati, sia per garantire il trasferimento delle informazioni in aree specifiche, spesso separate da territori controllati dal nemico. Il coraggio e la determinazione delle staffette erano cruciali. Per svolgere efficacemente i loro compiti, era essenziale la conoscenza della topografia di Varsavia e dei cambiamenti che si verificavano con il progredire dei combattimenti. Spesso, le staffette dovevano fare affidamento sulla propria ingegnosità, intuizione e osservazioni. Familiarizzate con le abitudini del nemico, per esempio le pause per i pasti, partivano per le loro rotte. Non era sempre possibile evitare i bombardamenti e le condizioni difficili del terreno. Gli spazi aperti erano estremamente problematici, rendendo chiunque vi si trovasse un facile bersaglio per i cecchini, e le rovine minacciavano di seppellire o causare gravi cadute. Le staffette spesso ricevevano altri compiti, che eseguivano quando non c’era bisogno di trasmettere ordini o rapporti. Anche quando il loro numero superava chiaramente la domanda, ricevevano incarichi completamente nuovi. Spesso agivano come guide, distributrici ed infermiere, o erano coinvolte nel supporto amministrativo o sul campo. La formazione che hanno ricevuto era cruciale per facilitare il loro lavoro.