L'Insurrezione di Varsavia terminò il 2 ottobre 1944, dopo 63 giorni di combattimenti eroici.
I polacchi dovettero affrontare le forze tedesche schiaccianti, la mancanza di supporto dagli Alleati, la carenza di armi e munizioni e un vasto numero di feriti. Anche la decisione del comando dell’Esercito Nazionale fu influenzata dalla necessita’ di fermare la repressione contro la popolazione civile. L’accordo che pose fine all’Insurrezione di Varsavia fu firmato il 2 ottobre 1944 a Ożarów Mazowiecki dai rappresentanti del Quartiere Generale dell’Esercito Nazionale: il colonnello Kazimierz “Jarecki” Iranka-Osmecki e il tenente colonnello Zygmunt “Zyndram” Dobrowolski. L’operazione militare terminò il 2 ottobre alle ore 20:00, mentre i civili venivano evacuati fino all’8 ottobre. In totale, circa 650.000 civili furono cacciati da Varsavia, di cui 154.000 furono diretti ai campi di lavoroforzato in Germania. Durante l’insurrezione, furono uccisi 10.000 soldati, circa 200.000 civili furono assassinati e la città fu sistematicamente distrutta fino a dicembre 1944, quando fu completamente desolata. In seguito all’accordo di resa, i polacchi furono obbligati a rilasciare i prigionieri di guerra tedeschi. Ai polacchi era garantito il diritto di beneficiare delle disposizioni della Convenzione di Ginevra del 1929. Le disposizioni erano concesse ai prigionieri di guerra catturati durante il combattimento, agli insorti che combattevano con le armi, nonché alle donne e agli uomini che prendevano parte a vari servizi ausiliari. Questa fu la prima volta nella storia in cui i diritti dei prigionieri di guerra furono concessi alle donne. La prova dell’appartenenza all’Esercito Nazionale era un documento di identità dell’Esercito Nazionale contenente un alias militare. Inoltre, alla parte polacca era imposto di fornire i veri nomi dei soldati polacchi. Le donne potevano chiedere di essere trattate come civili, e molte di loro ne approfittarono, spesso per poter prendersi cura dei membri della famiglia. Dopo la caduta dell’Insurrezione, circa 17.000 membri della Resistenza Polacca furono inviati nei campi di prigionia, circa 3.000 donne comprese. Le donne furono inviate nei campi di prigionia a Zethein, un ramo del campo di Mühlber – Stalag IV B, Stalag 344 Lamsdorf, Stalag X B Sandbostel vicino ad Amburgo, Stalag XI A Gross Lübars (Altengrabow), Stalag XI B Fallingbostel vicino ad Hannover, Oberlangen.
Il campo di prigionia Oflag IX C Molsdorf, e’ stato organizzato solo dopo la caduta dell’Insurrezione. Ci furono inviate circa 380 ufficiali donne e 38 inservienti. Il comandante del campo era il maggiore Wanda “Kazik” Gerz.
Lo Stalag VI C Oberlangen non veniva più considerato un campo di prigionia nell’ottobre 1944 a causa delle condizioni di vita inadeguate. I tedeschi trattavano questo campo come un campo di prigionia per le donne membri dell’AK che rifiutavano di rinunciare al loro status di prigionieri di guerra. Vi furono inviate 1.721 donne di età compresa tra i 14 e i 60 anni, tra cui 52 ufficiali, che nascondevano il loro grado. Il comandante del campo era il capitano Maria Irena “Jaga” Milska, che agiva come sergente. In una fotografia scattata durante la liberazione del campo, vediamo tre prigioniere donne, una delle quali ha ancora l’aquila del Women’s Military Training fissata sul suo berretto.
